Con un decreto attuativo del governo, dal 1 gennaio 2014 verranno abolite le Province e dovrebbero essere sostituite dalle città metropolitane, ovvero vaste aree costituite dall’aggregazione e da forme nuove di coordinamento e di governo tra Comuni limitrofi.
Tutto ciò mira al riordino del riparto di competenze fra i diversi livelli di governo locali ai fini di razionalizzazione e di contenimento della spesa pubblica, ma anche di conseguimento di un’efficacia sempre maggiore dell’azione amministrativa negli enti territoriali.
Ovviamente, questo processo implica trasformazioni anche all’interno della città stessa, della varie Zone che la costituiscono e di come esse vengono governate.
Per quanto riguarda Milano, la formazione della città metropolitana è sempre stata una battaglia portata avanti dal centrosinistra, così come la richiesta di trasformare le Zone della città in Municipalità, ciascuna con propri poteri e bilancio (allo stesso modo in cui è organizzata la città di Roma). Di questa battaglia si era fatto interprete il sindaco Giuliano Pisapia, mettendo le questioni della formazione della città metropolitana e del decentramento dei poteri tra i punti del suo programma elettorale e conferendo poi le deleghe su tale tema inizialmente all’Assessore Daniela Benelli e ora riprendendole per sé e facendo istituire nei Consigli di Zona la Commissione Decentramento per occuparsi della questione.
In seguito a numerosi incontri avvenuti tra il sindaco, gli assessori e i consiglieri di Zona si è arrivati alla realizzazione di un documento in cui si chiedeva il passaggio dei poteri alle Zone e l’avvio del percorso verso la Municipalità. L’iter previsto per l’approvazione del documento era quello di un passaggio all’interno della maggioranza delle Zone, la discussione in Commissione Decentramento e l’approvazione della delibera che poi sarebbe dovuta arrivare a Palazzo Marino in tempo utile per rispettare la scadenza politica imposta dal decreto governativo.
Questo iter è stato avviato in tutte le 9 Zone di Milano e, durante i vari passaggi, il testo iniziale ha subito qualche modifica o qualche aggiunta.
Per quanto riguarda la Zona 9, il lavoro è stato curato da Roberto Medolago, Presidente della Commissione Decentramento.
Il testo finale approvato dalla Commissione Decentramento della Zona 9 propone la trasformazione dell’organizzazione dei Consigli di Zona in Municipalità, ovvero come una sorta di Comuni con un pro-sindaco, giunta, assessori, Consiglio, un bilancio proprio (che consentirebbe meglio di poter effettuare interventi sul territorio, senza dover passare la richiesta al Comune). Altri due punti presenti nel testo iniziale ma poi bocciati in sede di discussione erano l’elezione diretta del Presidente del Municipio sulla modalità dell’elezione del sindaco (quindi una sorta ruolo di pro-sindaco) e la riduzione del numero dei consiglieri (oggi le Zone hanno 41 consiglieri in totale con eccezione della Zona 1 che ne ha 31).
Ovviamente, tutti i testi approvati nelle Commissioni Decentramento delle 9 Zone di Milano arriveranno poi a Palazzo Marino e lì, anche sulla base delle indicazioni del governo, dovranno essere trovate le possibili mediazioni a richieste e modifiche.
A questa trasformazione si legano anche alcune problematiche: ad esempio, la questione del decentramento dei poteri significa che alcune competenze oggi accentrate negli uffici comunali in centro a Milano dovranno essere dislocate nelle periferie e quindi anche il personale dovrà essere trasferito e serviranno nuovi spazi adeguati per ospitarlo ma significa anche che i sindacati di queste categorie di lavoratori dovranno essere coinvolti e consultati.
È chiaro anche che servirà una maggior formazione del ceto amministrativo perché gestire un municipio e un bilancio richiedono competenze maggiori rispetto ai compiti che vengono svolti oggi dai Consigli di Zona.
Inoltre, la realizzazione delle Municipalità implica la revisione dei confini delle Zone di Milano al fine di consentire un governo più efficiente del territorio e l’ipotesi in campo è che passino dalle 9 di oggi a 12. Tuttavia, i confini sono ancora da designare.
C’è poi il problema delle risorse: stiamo attraversando un periodo di profonda crisi, in cui anche le casse comunali sono piuttosto vuote e i bilanci devono tenere insieme obblighi legislativi e bisogni dei cittadini e, di solito, in situazioni economicamente così difficili la tendenza è quella di accentrare e non di decentrare, senza contare che suddividere la macchina burocratica amministrativa è sicuramente molto complesso e comunque una direzione centrale è necessario che vi sia.
Quello del decentramento, insomma, è un tema complesso ma profondamente importante che, al di là degli aspetti tecnici, andrà ad incidere sulla vita dei cittadini, i quali è bene che in questo processo siano coinvolti e consultati.
Il tema in oggetto e la possibilità di dotare le Zone di un governo vero e proprio e di un bilancio autonomo interessa i cittadini, la loro vita e la possibilità delle amministrazioni di intervenire sul territorio e rispondere meglio ai bisogni che vengono segnalati. Per questo è bene che si avvii un processo di partecipazione democratica dei cittadini a queste decisioni che li riguardano e si organizzino momenti di incontro e di riflessione affinché essi possano esprimersi su ciò che ritengono meglio per il futuro loro e della città e dal basso possano inviare ai vertici le loro sollecitazioni; così come è stato inizialmente con la partecipazione alle scelte del programma di Pisapia e con i momenti di confronto avviati su alcune decisioni della Giunta milanese.
Come circolo del Partito Democratico abbiamo svolto una prima riflessione sull’argomento nel corso di una riunione del coordinamento allargata agli iscritti e ci impegniamo a promuovere altri momenti di incontro tra i cittadini e i nostri rappresentanti nelle istituzioni e sosteniamo l’impegno di portare avanti il percorso verso una nuova forma di governance della città metropolitana che renda Milano al pari delle grandi città europee.