Mercoledì sera gli iscritti del Partito Democratico milanese si sono ritrovati in Assemblea per commentare insieme lo straordinario risultato elettorale ottenuto alle elezioni europee.
La serata è stata aperta dall'analisi del voto a cura di tre professori universitari.
Paolo Segatti ha ricordato che di solito alle Europee si registra un forte astensionismo e a questa tornata sono mancati 7 milioni di elettori rispetto alle elezioni politiche del 2013. Inoltre, ha segnalato Segatti, di solito alle Europee vengono puniti i partiti al governo, qui non è successo.
Secondo i dati, il PD va bene nelle zone più modernizzate del Paese (Nord-Est, Nord-Ovest hanno annullato le differenze), mentre al Sud è andata meno bene. Una tendenza abbastanza generalizzata anche questa perché, come ha precisato Segatti, in Francia, ad esempio, il 43% degli operai ha votato Le Pen.
Dai flussi dell’Istituto Cattaneo risulta che molti voti al PD derivano da Scelta Civica. Sono più modesti gli scambi che ci sono stati con il centrodestra, quindi il sistema resta bipolare.
Il dato alto di M5S dimostra, però, che la rabbia non è passata nel Paese e, probabilmente, ci accompagnerà ancora per molto. Il fenomeno può scemare ma occorre che le altre forze giochino bene la loro partita.
Secondo Segatti, i veri partiti euroscettici sono stati Lega e Forza Italia. Gli elettori, in ogni caso, scelgono sempre delle proposte quando votano, in questo caso in Italia si è scelta la stabilità (un po’ come in Germania).
Un commento al voto in città lo ha fatto, invece, Luciano Fasano, il quale ha affermato che anche a Milano città gli elettori sono stati molto inferiori rispetto alle elezioni politiche del 2013. Il centrodestra ha preso 17.800 voti in meno ed è stato colpito maggiormente dall’astensionismo rispetto all’altro campo.
Il PD ha preso oltre 49.000 voti in più rispetto alle elezioni politiche del 2013 ed ha aumentato i consensi in zone in cui risiedono prevalentemente professionisti (zona 1, 3 e 4) che di solito si orientano a destra.
M5S, invece, ha perso consensi su tutta Milano.
Mario Rodriguez ha fatto notare che c’è stata una campagna elettorale minore in termini di costi, manifesti e volantini perché la vera campagna elettorale l’hanno fatta i leader, i quali hanno un’importanza fondamentale e incarnano la proposta politica. E, come hanno dimostrato i risultati, il discorso politico del PD è stato fortemente capace di attrarre altri.