Ecco qui un documento elaborato dal nostro circolo in materia di primarie:
Al Segretario Regionale Alessandro Alfieri
Al Segretario Metropolitano Pietro Bussolati
Ai Circoli e al Coordinamento dei Circoli PD della Zona 9 di Milano
Durante una riunione del coordinamento del nostro circolo, anche alla luce dei fatti avvenuti in Liguria, tra gli argomenti affrontati, è emersa la questione delle primarie e delle regole.
Non è la prima volta che ci troviamo a commentare spiacevoli incidenti e vicende di non specchiata trasparenza relative alle primarie, così come non è la prima volta che il nostro partito affronta il tema delle regole.
Come membri del coordinamento del circolo, siamo tutti perfettamente consapevoli del fatto che le primarie fanno parte in modo indelebile della costituzione del nostro partito e sono uno dei nostri tratti distintivi e per natura devono essere aperte, proprio nell’intento di allargare il più possibile il consenso verso il Partito Democratico. Eppure, nel corso degli anni, questo strumento è stato utilizzato anche in modo improprio provocando un danno d’immagine notevole al nostro partito (l’ultimo caso è quello ligure, ma esistono i precedenti di Napoli e ciò che emerso nell’inchiesta romana di “Mafia Capitale” su quelle per scegliere i parlamentari).
È chiaro, dunque, che non si tratta solo di un problema di rispetto delle regole ma che molto dipende dalla moralità degli attori in campo. Come iscritti e militanti del Partito Democratico, ci auguriamo che la nostra classe dirigente recuperi i valori dell’etica e della moralità, a maggior ragione quando intende candidarsi per andare poi a ricoprire cariche pubbliche. Per questa ragione, auspichiamo che non si adoperi in biechi mercanteggi di voti come purtroppo sembra essersi verificato in alcuni casi. Tuttavia, auspichiamo anche una maggior attenzione alle regole (forse da rivedere in alcuni punti, ad esempio si era cominciato a lavorare ad un albo degli elettori, cosa ne è stato? Si può pensare di istituire un Albo definitivo da aggiornare ad ogni tornata?) e ai controlli (difficile fermare eventuali soggetti mandati su commissione da altri partiti ma sicuramente sono ben riconoscibili eventuali “file di immigrati” spaesati che non sanno cosa devono fare e, in tal caso, le persone del partito che gestiscono il seggio hanno sicuramente il potere di intervenire per fermare queste operazioni, invece di attendere l’esito del voto e quindi richiedere l’intervento delle forze dell’ordine o finire poi sotto indagine della magistratura).
A nostro avviso, inoltre, c’è anche un problema di chi decide quali candidature siano ammesse a concorrere alle primarie: fermo restando che le primarie sono aperte, è davvero così opportuno che chiunque lo desideri possa raccogliere firme per candidarsi a qualunque carica, a prescindere dal curriculum, competenze, esperienza, linea del partito? E’ mai possibile che ci si possa candidare per qualsiasi carica elettiva e più volte come tuttologi tuttofare? E se si ricopre già una carica perché per partecipare ad un’altra non ci dimette prima invece di tenersi il paracadute di riserva? Soprattutto alle nuove generazioni non sfuggono queste incongruenze!
A nostro avviso è opportuno che soggetti appena stati eletti a qualche incarico portino a termine il loro mandato invece di abbandonarlo per tentare nuove sfide perché chi li ha votati e sostenuti difficilmente comprende e apprezza queste giravolte.
Se vi è una classe dirigente interna sarebbe auspicabile che questa diriga e valuti anche chi ammettere e chi no alle competizioni perché non tutti i soggetti sono adeguati a tutti i ruoli e non tutti hanno le carte in regola per farlo. Questo potrebbe anche evitare un eccessivo affollamento di candidati PD a primarie di coalizione che poi rischierebbero di produrre lacerazioni interne a cui facilmente seguirebbe una sconfitta collettiva. Inoltre, questo potrebbe poi essere utile perché vi è un sempre maggior bisogno di alzare la guardia sui temi del contrasto all’illegalità e alle infiltrazioni criminali anche dentro la politica e al PD che, come abbiamo visto dalle recenti inchieste, purtroppo non è rimasto immune e il grande lavoro che si sta svolgendo per la realizzazione dei codici etici interni potrebbe non essere sufficiente a tutelare il partito da eventuali tentativi di infiltrazione da parte di malavitosi.
Infine, ricordando la nostra precedente esperienza di primarie per scegliere il candidato sindaco di Milano e guardando anche ad altre esperienze analoghe a Genova e Cagliari, invitiamo il Partito Democratico, in vista delle nuove sfide elettorali che avrà di fronte, a valutare l’opportunità di fare una scrematura tra i propri candidati, proponendo eventualmente “primarie a doppio turno” in cui in una prima fase il PD sceglie il suo candidato e con quello va poi a confrontarsi alle primarie di coalizione, invece che dividersi al suo interno e rischiare così di disperdere i voti a favore di altri pretendenti.
Sapendo che il tema è molto dibattuto nel Partito Democratico, speriamo con questa lettera di poter portare il nostro contributo e che sia utile alla discussione.
Un caro saluto e un augurio di buon lavoro,
Il Coordinamento del Circolo PD Prato-Bicocca