lunedì 31 marzo 2014

City Act, via le briglie a Milano

Articolo di Pietro Bussolati, segretario PD dell'area metropolitana milanese, pubblicato da Europa.


I sindaci governeranno il mondo. È la suggestiva provocazione lanciata da Benjamin R. Barber, professore e politologo americano, che, nel suo ultimo libro, ipotizza un mondo governato in una logica bottom-up, che parte dalle domande dei cittadini e dall’istituzione di un parlamento mondiale delle città. Questa proposta, certamente visionaria, ci è di stimolo per ricercare nuovi modelli di governance, più vicini ai bisogni di tutte quelle istanze civiche che ripongono nei sindaci, e nelle amministrazioni locali, forti aspettative di cambiamento.
L’Europa individua le aree metropolitane quali principali motori di sviluppo che, grazie ai mutamenti economici, sociali ed istituzionali in corso, potranno avere un ruolo decisivo nel delineare una nuova prospettiva per il rilancio delle economie locali. Come spiega anche Enrico Moretti, professore di economia a Berkley, nel suo testo La nuova geografia del lavoro, alcuni fattori quali formazione, conoscenza e sviluppo di città hi-tech ad altissima conoscenza possono rappresentare la via maestra per superare la crisi puntando su «ingegno, iniziativa, capitale umano, ecosistema produttivo».
In Italia delle dieci neonate Città metropolitane solo Milano e Napoli (Roma ha una legislazione già differente) possono ambire ad essere territorio di sperimentazione concreta di queste tesi. Milano in particolare ha la vocazione nazionale e le caratteristiche per essere una delle aree innovative di trazione economica dell’Italia. In questo senso Expo ci permette di riflettere sul ruolo di Milano nel mondo, un’occasione per elaborare una prospettiva di sviluppo metropolitano di lungo periodo, che sia anche un’agenda di lavoro per tutte le forze riformiste della città.
Il Partito democratico metropolitano di Milano vuole farsi promotore di questa sfida: vogliamo individuare una visione supportata da obiettivi strategici attraverso un documento di indirizzo politico, un City Act. Fiscalità locale, commercio, turismo, pianificazione territoriale, messa in rete del sistema universitario, semplificazione amministrativa sono solo alcuni dei temi affrontati nel documento, che sarà poi la base per svilupparli sia con proposte di natura locale che con provvedimenti legislativi nazionali.
Il City Act significa dotare le Città metropolitane più importanti delle competenze delle Regioni, favorendo il controllo dei cittadini, sperimentare con coraggio pratiche di innovazione amministrativa (burocrazia e digitalizzazione), pensare ad una proposta programmatica che consenta di anticipare i cambiamenti, discutere di visione e vocazione innovative per la nostra metropoli e che, partendo dai poteri in capo al Commissario straordinario, possa contribuire a declinare le competenze in capo al futuro sindaco metropolitano e a pensare al dopo Expo come occasione di rilancio economico.
A questo riguardo, una delle proposte del documento intende, mantenendo legami economici con i paesi in via di sviluppo, istituire aree a burocrazia e tassazione zero al fine di attrarre attività d’impresa innovative, in grado di rilanciare Milano come hub internazionale del mercato italiano.
Ieri sera abbiamo presentato le linee guida del City Act a Milano, con esponenti di governo e del partito nazionale, proponendo una visione di città metropolitana che, arricchita da nuove autonomie e competenze, anche in assenza di ulteriori fondi statali, sia in grado di avviare una nuova stagione di rinascimento ambrosiano e quindi di rilancio dell’Italia.
Il City Act come sfida politica per togliere le briglie a Milano per far crescere l’Italia, come avvio di un percorso, guidato dall’amministrazione, di coinvolgimento con le migliori energie e conoscenze della città per dare ancora più forza territoriale al progetto restituendo al Partito democratico un ruolo decisivo, in forza delle proprie idee e proposte, di impulso strategico rispetto alle sfide che Milano sarà chiamata ad affrontare nei prossimi anni.