A proposito di un pessimo uso del linguaggio oltre che dell’intelligenza (prerogativa del Movimento Cinque Stelle), segnaliamo un commento di Luca Mastrantonio pubblicato dal Corriere della Sera:
Per ora il contributo più evidente dei grillini al dibattito parlamentare sul governo Renzi è la maleducazione. I più esuberanti deputati Cinque Stelle, infatti, usano frasi ed espedienti da osteria che su TripAdvisor, sito dove si fanno recensioni di tutto il giudicabile, prenderebbero meno di una stella: c’è chi mette la maschera di Renzi, chi fa giochetti di parole da goliardia degna dell’asilo («figlio di Troika») e gesti cafoni anche nel loro minimalismo, come schioccare le dita (per interrompere l’ipnosi, dicono, ma sembrano la «Famiglia Addams», ha replicato Renzi). La maleducazione dei grillini è ostentata, spesso rivendicata, come atto di chiarezza, trasparenza, autenticità: di «parresìa» direbbero i greci antichi, che praticavano l’arte di dire la verità; ma un linguaggio così trivializzato è più simile a quella che gli psichiatri chiamano «coprolalìa», cioè il parlare oscenamente. Ma così, il Movimento che ha resettato la Seconda Repubblica, rischia di ereditarne lo spirito deteriore: la volgarità demagogica.
La maleducazione, sosteneva lo scrittore americano Eric Hoffer (1902-1983), è la finta prova di forza dell’uomo debole: un uomo fanatico e frustrato che nell’odio e nell’irrisione dell’altro, oltre al tentativo di convertirlo, vede l’affermazione, risentita, di sé stesso. Hoffer lo descriveva ne Il vero credente, un saggio sulla natura del fanatismo di massa (uscito nel 1951 in America, in Italia è arrivato solo nel 2013, edito da Castelvecchi). Tra i tanti mestieri provati, Hoffer rivendicava lo scaricatore di porto. Anzi, a chi gli dava dell’intellettuale, rispondeva di essere uno scaricatore di cultura. Ecco, forse certi parlamentari dovrebbero leggersi le parole di questo scaricatore di porto.