Da qualche settimana, spesso su impulso della giunta regionale, si parla con insistenza della grave situazione in cui versa l'edilizia residenziale pubblica in Lombardia, si scopre che Aler Milano ha un bilancio in rosso ed esposizioni bancarie per centinaia di milioni, si attribuisce alle incapacità di gestione questa situazione.
Per chi come noi da anni denuncia le inefficienze di Aler, denuncia l'abbandono in cui sono stati lasciati i quartieri popolari sempre più degradati e lamenta le condizioni inaccettabili di vita in cui vengono lasciati tanti cittadini, non c'è nulla di nuovo.
Anche i quaranta milioni e oltre di buco non possono stupire chi, come noi, da tempo pone la questione del finanziamento dell'edilizia residenziale pubblica. In Consiglio Regionale avevamo denunciato che l'idea contenuta nella Legge regionale 27, secondo cui gli alti costi della gestione delle case popolari potevano essere coperti dall'aumento dei canoni agli inquilini, non stava in piedi e avrebbe creato la situazione attuale in cui, per assenza di risorse, la qualità dell'abitare è peggiorata mentre su alcune famiglie gli aumenti in tempi di crisi hanno pesato. E, di fronte all'aumento delle spese, lo stesso aumento della morosità era prevedibile, anche se spesso non giustificabile. Insomma, che quel modello non fosse e non sia sostenibile era già evidente.
Ma non è di questo che si parla sulla stampa o nella maggioranza di Maroni. È chiaro che il modo di funzionare delle Aler, in particolare a Milano, sia stato segnato da inefficienze, sprechi, clientele e malagestione. L'abbiamo denunciato ed è evidente che su questo si deve intervenire. Ma è sospetto il fatto che dalla giunta regionale non si parli d'altro che di questo o si inventino altre giustificazioni per il deficit di Aler assolutamente risibili come il sostenere che è responsabilità dell'insostenibile peso dell'Imu senza sapere che dal 2013, grazie a noi, le Aler non pagano più l'Imu.
In realtà, scaricando sulle società di gestione le responsabilità, la giunta e il centrodestra che governano da anni Regione Lombardia cercano di nascondere i propri fallimenti. L'idea di non affrontare il tema del finanziamento dell'edilizia residenziale pubblica ha già portato Lega e PDL nella scorsa e nell'attuale legislatura a cambiare per due volte l'assetto societario delle Aler, ma è evidente che questi tentativi in assenza di altre riforme sono inutili. Nonostante la propaganda, non è certo la riduzione o la successiva cancellazione dei cda che può cambiare la situazione. Parlare di ciò serve solo a depistare dal vero problema che riguarda il finanziamento.
Su questo non solo non si è fatto nulla ma, addirittura, la Regione ha bloccato i finanziamenti che aveva promesso lasciando le autogestioni senza soldi e bloccando ogni progetto avviato.
Insomma, la Regione e chi l'ha governata non può scaricare sulle Aler le proprie colpe.
Non lo dico per una sorta di rivalsa o solo per affermare un principio di responsabilità, ma, voglio sottolineare che o si cambia strada o la situazione rischia di peggiorare; si deve ridiscutere il sistema di finanziamento prevedendo forme di sostegno pubblico, prendendo atto che i soli canoni non possono essere risolutivi. O si cambia su questo punto o non c'è soluzione. O si scioglie il nodo del finanziamento non episodico, oppure anche la buona idea della nuova società pubblica di Regione e Comune di Milano rischia di non decollare.
Purtroppo la Regione al di là dell’alimentare una giusta attenzione alle inefficienze Aler, non sembra aver intenzione di cambiare. I primi atti sono preoccupanti: di fronte alla mancanza di risorse, ha scelto di stracciare l'accordo sindacale che garantiva esenzioni per le spese per i nullatenenti e ipotizzato, come leggiamo, la soluzione dell'aumento dei canoni. Queste cose dimostrano che si vuole proseguire sulla strada del risolvere i problemi scaricandoli sugli inquilini, in particolare i più deboli. Su questa strada non solo ci sarebbe un’ulteriore ingiustizia ma sarebbe anche tutto inutile e tutta questa attenzione di Maroni per le case popolari si rivelerebbe un inganno, solo un modo per non rispondere di ciò che la sua maggioranza ha fatto in questi anni.